martedì 15 luglio 2014

Hayastan calling

Scusa ma esattamente dov’è? E’ pericoloso? Ma cosa ci vai a fare? Ma il mare tu no? Vai da sola?
Le domande che mi sento porre più spesso quando parlo di dove andrò quest’estate. Abbinate in genere da uno sguardo misto fra stupore e attenzione con sulla fronte la scritta “bello” e, come sottotitolo, “questa è matta”
Di solito so rispondere in maniera decorosa alle prime due, all’ultima rispondo si da sola e mi apre un buco nello stomaco per cui cerco di liquidarla in fretta. Le due domande centrali sono quelle difficili. Con molte persone ci se la cava dicendo qualcosa di concreto e sostituendole con risposte ad altre domande tipo “e’ una nazione piena di storia” oppure “chi ci è stato dice che è meravigliosa” mentre nella mente mi passa un (e tutti i posti che mi hanno detto di visitare sono quelli che, se mi va bene, scorrerò velocemente).
Ma fra i miei amici ci sono anche quelli che non si fanno ingannare e, meglio, non si accontentano delle risposte da cartolina. E qui la situazione diventa tosta. Ieri sera ero fuori con uno di quelli che l’osso non lo molla finchè non sei riuscita a convincerlo al 200%, quelle persone che, fortunatamente, non hanno mai ultimato la fase dei “perché?”, non solo, rincara pure con intercalari tipo “non mi convinci” oppure “si ma e tu?”
Mentre incalzava sentivo le mie sinapsi lavorare in maniera frenetica nel disperato tentativo di mettere assieme delle risposte plausibili. Lotta impari. Ad un certo punto hanno perso il ritmo ed è stato blackout.
“Non lo so. Non so esattamente cosa troverò. Pensare ora come sarà mi è impossibile ed evito di farlo, non conto i giorni che mancano, non so nemmeno cosa mi porterò via eppure al contempo mi sento già in quell’aeroporto sconosciuto e su quelle terre calpestate da troppe storie. E’ stato come un canto di sirena. Non voglio veramente saperlo. In fondo nemmeno l’anno scorso lo sapevo. In entrambe le occasioni ho prenotato il volo aereo come se non fossi io, era come se mi vedessi da fuori. Se ripenso a tutto il percorso fatto fin da novembre scorso per programmare questo viaggio mi sembra come una lunga infinita allucinazione. Un sogno iniziato in un pomeriggio d’autunno e mai conclusosi. Quindi se mi chiedi in tutto questo dove sono io, non lo so, da una parte penso di non esserci mai stata, come fosse un’altra persona, dall’altra sento che quella persona corrisponde all’IO più di quanto possa esserlo quella che scrive ora. Come la mettiamo?”

E magicamente questa risposta lo ha convinto più di tutte le altre.

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