Scusa ma esattamente dov’è? E’
pericoloso? Ma cosa ci vai a fare? Ma il mare tu no? Vai da sola?
Le domande che mi sento porre più
spesso quando parlo di dove andrò quest’estate. Abbinate in genere da uno
sguardo misto fra stupore e attenzione con sulla fronte la scritta “bello” e,
come sottotitolo, “questa è matta”
Di solito so rispondere in
maniera decorosa alle prime due, all’ultima rispondo si da sola e mi apre un
buco nello stomaco per cui cerco di liquidarla in fretta. Le due domande
centrali sono quelle difficili. Con molte persone ci se la cava dicendo qualcosa
di concreto e sostituendole con risposte ad altre domande tipo “e’ una nazione
piena di storia” oppure “chi ci è stato dice che è meravigliosa” mentre nella
mente mi passa un (e tutti i posti che mi hanno detto di visitare sono quelli
che, se mi va bene, scorrerò velocemente).
Ma fra i miei amici ci sono anche
quelli che non si fanno ingannare e, meglio, non si accontentano delle risposte
da cartolina. E qui la situazione diventa tosta. Ieri sera ero fuori con uno di
quelli che l’osso non lo molla finchè non sei riuscita a convincerlo al 200%,
quelle persone che, fortunatamente, non hanno mai ultimato la fase dei
“perché?”, non solo, rincara pure con intercalari tipo “non mi convinci” oppure
“si ma e tu?”
Mentre incalzava sentivo le mie
sinapsi lavorare in maniera frenetica nel disperato tentativo di mettere
assieme delle risposte plausibili. Lotta impari. Ad un certo punto hanno perso
il ritmo ed è stato blackout.
“Non lo so. Non so esattamente
cosa troverò. Pensare ora come sarà mi è impossibile ed evito di farlo, non
conto i giorni che mancano, non so nemmeno cosa mi porterò via eppure al
contempo mi sento già in quell’aeroporto sconosciuto e su quelle terre
calpestate da troppe storie. E’ stato come un canto di sirena. Non voglio
veramente saperlo. In fondo nemmeno l’anno scorso lo sapevo. In entrambe le
occasioni ho prenotato il volo aereo come se non fossi io, era come se mi
vedessi da fuori. Se ripenso a tutto il percorso fatto fin da novembre scorso
per programmare questo viaggio mi sembra come una lunga infinita allucinazione.
Un sogno iniziato in un pomeriggio d’autunno e mai conclusosi. Quindi se mi
chiedi in tutto questo dove sono io, non lo so, da una parte penso di non
esserci mai stata, come fosse un’altra persona, dall’altra sento che quella
persona corrisponde all’IO più di quanto possa esserlo quella che scrive ora.
Come la mettiamo?”
E magicamente questa risposta lo
ha convinto più di tutte le altre.
Nessun commento:
Posta un commento