martedì 16 settembre 2014

Scusatemi se è poco e chiamatemi Federoco

Mi hai chiesto "chi ti ha messo in testa tutto questo?" e mentre guidavo nella notte cercavo di capire se davvero ero stata influenzata da qualcuno perchè, anche se non sembra, quando mi dici qualcosa io cerco di ragionarci sopra.

Mentre ci pensavo mi è tornata alla memoria l'immagine di una giovane donna, pressapoco della mia età di adesso, con in braccio una bimba bionda molto curiosa e un libro di fiabe. E la fiaba preferita dalla bambina era quella di Federoco. Non è il vero titolo ma lei la identificava con "scusatemi se è poco e chiamatemi Federoco"
L'ho cercata...eccola:

"Mille e sei pianeti
C’era una volta Federoco. Federoco era un bambino come tanti: non era bellissimo, a scuola non 
era il primo della classe e non era un campione di scherma. Era invece un bimbo molto sveglio e 
di lui, come di tanti bambini, dicevano: “E’ in gamba, è un tipo con gli occhi aperti!” 
Avevano ragione:Federoco era così sveglio che non sbadigliava mai in faccia al mondo, perché lo 
guardava con curiosità, da sempre. Il Mondo se ne accorse. 
E ne era così contento che un bel giorno chiamò i suoi consiglieri Periquale e Periqui – e disse 
loro: “ Andate da Federoco e ditegli che gli farò un regalo bellissimo se soltanto saprà capire il 
segreto dei bambini del mondo, una volta per tutte…” 
E tirò fuori dalla tasca un minuscolo biglietto giallo, sul quale era scritto: 
SEGRETO DEI BAMBINI DEL MONDO: TUTTI I BAMBINI SONO DIVERSI 
MA TUTTI SONO UGUALI. 
I Consiglieri pensarono che quel biglietto era strano, troppo strano. Pensarono anche che l’idea di Mondo era strana: era una pazzia delle solite. I Consiglieri lo guardavano in silenzio e seri, ma il Mondo disse: “Andate da Federoco e ditegli che gli farò fare il giro dei mille e sei pianeti e delle tante età!” “Ma…ma …è un regalo che non avete mai fatto a nessuno…ma è un giro lunghissimo e larghissimo. 
…ma quel bimbo perderà scuola per due o tre milioni di anni…ma rischierà di prendersi il 
raffreddore almeno , almeno cento miliardi di volte…ma…” 
Ma il Mondo tuonò: 
“Macchè raffreddore, scuola e lagna d’altra sorte! 
Quel bimbo, lui sì, capirà quel che importa! I grandi non hanno badato al segreto. 
Ho bisogno di lui per essere ascoltato” 
E sorridendo , aggiunse: “Scusatemi se è poco: e trovatemi Federoco.” 
I Consiglieri trovarono Federoco nella strada davanti a casa. Gli dissero del regalo del Mondo. 
Gli mostrarono il biglietto con il segreto. Gli chiesero, con sguardi severi, se aveva capito bene. 
Federoco rispose: “Non ho capito nulla. Ma farò il giro, lo farò tutto e forse alla fine…se non 
riesco renderò tutto al Sonno e sarà come se non lo avessi mai fatto. Dimenticherò…” 
E si mise in cammino, lasciandosi alle spalle i volti sempre preoccupati e seri dei consiglieri, 
stringendo nella mano destra il bigliettino giallo e nella sinistra il sacco vuoto. Il giro cominciò. 
I pianeti che Federoco visitò, con buona pace del suo maestro, erano tantissimi, più di mille! E le 
età che Federoco visitò erano così diverse, così strane, fatte di storie mai raccontate: 
- Pianeta dei cieli rovesciati bambini senza scarpe
- Pianeta degli orologi senza lancette bambini senza fretta 
- Pianeta dell’allegro caos, bambini sparpagliati e parapiglia 
- Pianeta dei “ma” bambini con dubbi 
- Pianeta delle corse di gentilezza bambini poeti 
- Pianeta dei pennelli che dipingono i discorsi bambini pittori 
- Pianeta degli odori bambini con i nasi all’insù 
- Pianeta dei “?” bambini domandati 
- Pianeta delle altezze e delle profondità bambini sulle cime e sui picchi 
In ogni pianeta , Federoco faceva amicizia con i bambini che incontrava, faceva merenda con 
loro, faceva loro domande, faceva un disegno dove scriveva: pianeta vattelappesca, i bambini 
cosi’ e cosi’. 
Teneva gli occhi ben aperti. E prima di andarsene si chinava e raccoglieva da terra qualcosa…sempre, prima di andarsene, 
raccoglieva qualcosa e lo metteva nel suo sacco… 
Il giro sembrava non finire mai, ma il sacco di Federoco non si era ancora riempito e il biglietto 
giallo, dove era scritto il segreto dei bambini del mondo, continuava ad essere giallo e ad essere 
un segreto, stretto nella mano di Federoco. 
Arrivato al milleseiesimo pianeta, prima di ripartire, Federoco si chinò e raccolse da terra 
qualcosa…e si vide chiaramente che aveva raccolto UN’OMBRA e l’aveva messa nel sacco. 
Fu in quel momento che il Mondo gli si fece innanzi e disse: 
“Ciao Federoco!! Sei arrivato…infine. Ora devi riportare sulla Terra il segreto, oppure restituire 
il giro al Sonno, e dimenticarlo per sempre!” 
Federoco ebbe una gran paura nel cuore e una grande confusione nella testa. Era chiaro soltanto 
che non voleva dimenticare, non voleva perdere tutti gli amici di quel viaggio fantastico. Senza 
dire una parola vuotò il sacco ai piedi del Mondo. 
Il Mondo ora era lui a non capire. 
“Allora, bambino nostro…? 
Ai suoi piedi c’era una foresta di ombre sottili e abbracciate. Insieme a Federoco la Foresta 
sussurrava: “SIGNOR MONDO ECCO I TUOI BAMBINI: SIAMO NOI. 
CI HAI VOLUTI TUTTI SPECIALI. NESSUNO DI NOI È IDENTICO AD UN ALTRO: NOI 
TUTTI ABBIAMO SGUARDI DIVERSI CON CUI STARTI A GUARDARE. 
MA LE NOSTRE OMBRE SONO TUTTE UGUALI. 
SONO TUTTI ALBERI VIVI ALTI E BELLI DI QUESTA FORESTA, OGNUNO DI NOI È UN 
TUO BAMBINO: 
SIAMO TUTTI BAMBINI DEL MONDO.” 
Il Mondo sorrise. 
Il segreto era stato capito. 
Anche Federoco sorrise. 
Aveva capito il segreto. 
E non lo avrebbe restituito al Sonno."

Probabilmente rischierò di prendermi raffreddori e forse di perdere "anni di scuola" e di certo non ci ho capito nulla fino ad ora ma voglio fare questo giro, lo voglio fare tutto e forse alla fine...

Quella donna sei tu mamma e quella bambina sono io.


venerdì 12 settembre 2014

Abbandono

E poi c'è quel buco allo stomaco che ti prende quando sale veloce la paura di essere abbandonato. Quella paura atavica, che da bambino ha decretato la tua sopravvivenza e che ora da adulto devi imparare a controllare.
Perchè la prima cosa che ti passa per la testa è "cosa posso fare perchè non succeda?" e tutti gli strumenti manipolatori che sai pensare salgono alla testa abbinati a tutti quelli che comportano situazioni infelici per le quali la separazione non dovrebbe più prendere atto.
E quando sei adulto, se sei fortunato, incontri persone che ti insegnano a lasciare andare tutta questa paura. Ti prepari su fondamentali principi di gestione delle emozioni ma c'è poco da fare ad un certo punto il buco allo stomaco arriva. E devi essere molto allenato. Perchè chi parte, cresce, cambia ti sembrerà più avanti. Ed è questo il punto, che nella tua testa c'è un avanti e un dietro. E in questo caso il dietro sei tu. Il destino diverso non è contemplato.
E' dura da ammettere ma non c'è nulla di più faticoso che essere felici per qualcun altro. Ci vuole una vita per imparare ad esserlo. Come ci vuole una vita a capire che è quando lascerai libere le persone di andarsene che nessuno ti abbandonerà. 
"La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso" mi ripeto questa frase e mi tranquillizzo perchè oramai ho vissuto abbastanza a lungo per potermi guardare indietro e vedere che tutto ha avuto un senso nel suo essere. Se dovrà succedere sarà la mia lezione da imparare per crescere.