domenica 19 ottobre 2008

Hic sunt leones

"Se decidi di buttarti nella fossa dei leoni, devi accettare il rischio di essere sbranato" DB
La citazione è mia...è semplicemente una frase a cui pensavo giusto ieri e che nasce da una serie di considerazioni dei fatti avvenuti recentemente a me e ad altri, delle vicissitudini, delle conseguenze delle scelte e delle sofferenze insite nelle decisioni di aprirsi al mondo. Il mondo è cambiato è dobbiamo rendercene conto, la sensibilità, il rispetto, i valori che un tempo erano innalzati adesso sono arrivati in fondo alle classifiche e i compromessi diventano valori quotidiani da accettare. Quando parlo di compromessi intendo a livello quotidiano, intendo che si deve accettare che le nostre esigenze non possono essere soddisfatte e, mentre attendiamo arrivi una situazione più consona a noi, ci conviene restare nelle stato in cui siamo per quanto questo possa non essere ciò che vogliamo ma anzi l'esatto opposto.
Viviamo in un mondo di compromessi e scelte e decisioni complesse tutti i giorni. Siamo in balia delle dinamiche sociali vigenti...siamo entrati nella fossa dei leoni.
Si può scegliere di restarne fuori, indubbiamente, è una via, una via che ho percorso per lungo tempo, che ho apprezzato e che, a volte, accarezzo ancora...ma forse più adeguato e formativo è scegliere di entrare nella fossa dei leoni.
Il punto è che quando si valica il confine si deve tenere presente che non esistono sconti per nessuno, non esistono aiuti e la possibilità di finire carcasse ai lati del percorso è davvero molto forte...si viene sbranati, piano ma inesorabilmente, perdi lembi di te lungo il percorso. Il numero di ferite incise sulla pelle denota quanto percorso hai fatto nella fossa e quanto tu sia diverso dai suoi abitanti. Nel tempo ti rendi conto anche di quanto tu sia diverso dal te di prima...eri entrato come un piccolo leone spaurito, una quasi agnello travestito, e nel percorso ti ritrovi ad essere cinico e sulla difensiva...La fossa ti cambia, ha un modo di agire su di te subdolo ed efficace. Non sei più il te di prima, non sei l'ingenuo che pensavo potesse trovare una soluzione lì dentro...Per sopravvivere ti sei adeguato, invece di smussare il te che eri, ti sei reso più spigoloso...perchè nella fossa non vince chi accetta, comprende e condivide...

lunedì 13 ottobre 2008

Loop

A volte hai l'impressione di vivere in un loop. Frasi che ti vengono ripetute e sempre in modo più ravvicinato. A distanza di pochi giorni ti senti ripetere la stessa frase, uguale, immutabile...
Ognuno ha il suo personale loop...io ho il mio, da anni, sempre lo stesso, sempre più frequente. A volte ci si chiede davvero se non ci sia qualcosa in noi ad istigarlo, qualcosa che "invita" a questo. E' come se fossimo predisposti e quindi naturalmente e spontaneamente ci accadesse. E' come viaggiare su un nastro di Moebius...e non c'è fine e non c'è inizio...ma solo ripetizione delle stesse identiche scene, delle stesse identiche dinamiche. La prima volta che ti capita, pensi sia una coincidenza, pensi siano cose che capitano a tutti, la seconda è una casualità, la terza uno strano destino, la quarta...I have had enough!!!
Ed ogni volta oltre al presente, ripercorri in un colpo solo gli antecedenti ed è come viaggiare a velocità altissima sul nastro fino a perdere coscienza del prima e del dopo, fino a fondere e confondere gli scenari, le parole, i sentimenti...ripercorri tutto talmente veloce che ne fai indigestione e vorresti solo staccarti da quel piano infinito... Interrompere il loop...
il nastro di moebius torna ad essere una normale striscia di carta solo se tagliato!

mercoledì 8 ottobre 2008

Aerodynamic

A volte le vite si scelgono da sole...E' così, c'è poco da fare...le vite spesso seguono il loro corso inesorabile e le scelte di un'occasione diventano talmente radicate che sono il noi di oggi. Più volte ho affrontato questo argomento ma sempre a livello di relazioni interpersonali, oggi invece lo vedo come rapporto con il lavoro, con quello che facciamo. Oggi, mentre lavoravo ho pensato a quanto mi piace quello che faccio, a quanto stimoli la mia mente...
Ho scelto ingengeria aeronautica per una serie di motivi fra i quali forse la passione per l'argomento è il minore. Ho sempre creduto per tutti gli anni dell'univeristà di non essere veramente appassionata a quello che facevo...ero solo "capitata" lì. Spesso ho valutato l'idea che i motivi sbagliati mi avevano condotta su un percorso che non volevo veramente. Spesso ho pensato di abbandonare, di cambiare, mollare tutto e riiniziare secondo un'altra via. Non l'ho mai fatto...perchè mi piacciono le sfide, perchè se inizio qualcosa devo portarlo a termine, perchè odio far vedere che chi dubitava di me aveva ragione...perchè ci sono persone che hanno riposto la loro fiducia in te e che ti credono e, fossero anche le uniche, si meritano che tu ci metta tutte le tue energie. Il Poli è sempre stato difficile, tanti compagni vicini e tanti bocconi da buttar giù. All'univeristà, soprattutto per come è organizzata in Italia, non puoi permetterti di "alzare la testa"...se vuoi uscire devi farti umile umile e imparare a mandar giù. Questa forse è la lezione migliore che ci possa dare, impari a non essere nessuno e ti tempri per il futuro, ma ti tempri davvero. Nei periodi di esami entri in una clausura che non capisci, passi ore su equazioni e ti riempi la testa di numeri, codici, grafici...fino a non capire nemmeno più cosa siano.
I dubbi sono stati molti, mi sembrava che gli altri avessero vera passione ed io no...
Oggi invece, seguendo i miei ragionamenti sul problema che sto studiando...ho capito quanto mi mancavano le analisi aerodinamiche...Mi sono incantata davanti alla simulazione del comportamento di un fluido e mi sono persa nei miei pensieri...
Questo è il momento più bello...guardare l'aria plasmarsi sulle cose e capire che seguire il suo percorso è ancora quello che più ti piace...capire che sei un aerodinamico...e lo sei davvero.
Per questo ho cambiato tutto in aerodyn...adesso so quale lavoro cercare qualora questo non andasse...adesso so che è questo quello che mi piace...
l'aria, l'acqua, i fluidi e le loro dinamiche...progettare, veder nascere, crescere e sperimentare...
Datemi un vortice e sarò felice

sabato 4 ottobre 2008

Moire

« Notte poi partorì l'odioso Moros e Ker nera e Thanatos (morte, generò il Sonno, generò la stirpe dei Sogni;non giacendo con alcuno li generò la dea Notte oscura;e le Esperidi che, al di là dell'inclito Oceano, dei pomi aurei e belli hanno cura e degli alberi che il frutto ne portano;e le Moire e le Kere generò spietate nel dar le pene:Cloto e Lachesi e Atropo, che ai mortali quando son nati danno da avere il bene e il male,che di uomini e dei i delitti perseguono;né mai le dee cessano dalla terribile ira prima d'aver inflitto terribile pena, a chiunque abbia peccato. »
Cloto fila, Lachesi svolge sul fuso e Atropo taglia inesorabilmente. Nate dalla mente fatalista dell'uomo rappresentano il destino...questo elemento di cui nessuno vuole ammettere l'esistenza. Il destino che guida le cose, il fatalismo degli eventi. Molti si ribellano e vogliono andare contro a questa realtà, vogliono credere o illudersi che tutto possa andare diversamente, che possono cambiare le cose. Non so, forse è vero, forse no, anzi probabilmente no. Io ho sempre creduto nel destino, nelle situazioni che capitano, che avvengono e non ci puoi fare niente. In quelle realtà immutabili o in continuo movimento che ti lasciano in quieta e dolce contemplazione del mondo intorno. A volte resto perplessa di come la vita sia in grado di riportare la pace e la quiete in tutto...di come eventi tanto agognati e oggetto di preoccupazione si rivelino gesti semplici e scorrano nella naturalità del tempo, lasciandosi alle spalle delle scie delicate che si perdono rapidamente alle spalle. Momenti che non capivamo, che ci sembravano problemi o muri insormontabili, sfumano nel ricordo più in fretta di quanto crediamo e lasciano come un senso di vuoto e nulla, una pace come se fossimo immersi nell'acqua al largo di una baia coperti dall'ombra della montagna. E da questa quiete riparte tutto...come se venisse fatto un nodo al filo e si proseguisse. La strada diventa improvvisamente dritta e ritorna ad essere quella semplice e lineare della vita, quella strada a cui siamo vincolati dalla partenza, sempre grazie a quel filo di lana. Come novelli Teseo percorriamo le vie del labirinto seguendo il filo e ogni bivio, ogni scelta diventa un piccolo nodo. A volte stiamo minuti, a volte mesi, a volte anni davanti ad un bivio...poi scegliamo di sconfiggere le nostre paure e decidere. Sono quegli anni i momenti peggiori perchè, fatta la scelta di capire...dopo la quiete è assicurata... ci si trova improvvisamente su un percorso dritto e chiaro e non resta che procedere lineari e retti fino al prossimo bivio. Con il tempo il lasso fra l'incontro del bivio e la decisione diventa sempre minore...si riduce perchè l'esperienza ci ha insegnato che affrontare le cose in fretta porta più rapidamente ad una nuova quiete.
Da qualche parte lungo il percorso troveremo Minosse...e allora starà a noi scegliere se sia un nemico o, come Borges disse, un semplice essere sperduto nel suo labirinto tanto quanto lo siamo noi.
Davanti ora ho solamente una retta, chissà cosa ci sarà oltre questi primi metri che vedo...mi incammino.

venerdì 3 ottobre 2008

why washington is not here?


Well, this post it's for a unique person. He is understanding.