sabato 4 ottobre 2008

Moire

« Notte poi partorì l'odioso Moros e Ker nera e Thanatos (morte, generò il Sonno, generò la stirpe dei Sogni;non giacendo con alcuno li generò la dea Notte oscura;e le Esperidi che, al di là dell'inclito Oceano, dei pomi aurei e belli hanno cura e degli alberi che il frutto ne portano;e le Moire e le Kere generò spietate nel dar le pene:Cloto e Lachesi e Atropo, che ai mortali quando son nati danno da avere il bene e il male,che di uomini e dei i delitti perseguono;né mai le dee cessano dalla terribile ira prima d'aver inflitto terribile pena, a chiunque abbia peccato. »
Cloto fila, Lachesi svolge sul fuso e Atropo taglia inesorabilmente. Nate dalla mente fatalista dell'uomo rappresentano il destino...questo elemento di cui nessuno vuole ammettere l'esistenza. Il destino che guida le cose, il fatalismo degli eventi. Molti si ribellano e vogliono andare contro a questa realtà, vogliono credere o illudersi che tutto possa andare diversamente, che possono cambiare le cose. Non so, forse è vero, forse no, anzi probabilmente no. Io ho sempre creduto nel destino, nelle situazioni che capitano, che avvengono e non ci puoi fare niente. In quelle realtà immutabili o in continuo movimento che ti lasciano in quieta e dolce contemplazione del mondo intorno. A volte resto perplessa di come la vita sia in grado di riportare la pace e la quiete in tutto...di come eventi tanto agognati e oggetto di preoccupazione si rivelino gesti semplici e scorrano nella naturalità del tempo, lasciandosi alle spalle delle scie delicate che si perdono rapidamente alle spalle. Momenti che non capivamo, che ci sembravano problemi o muri insormontabili, sfumano nel ricordo più in fretta di quanto crediamo e lasciano come un senso di vuoto e nulla, una pace come se fossimo immersi nell'acqua al largo di una baia coperti dall'ombra della montagna. E da questa quiete riparte tutto...come se venisse fatto un nodo al filo e si proseguisse. La strada diventa improvvisamente dritta e ritorna ad essere quella semplice e lineare della vita, quella strada a cui siamo vincolati dalla partenza, sempre grazie a quel filo di lana. Come novelli Teseo percorriamo le vie del labirinto seguendo il filo e ogni bivio, ogni scelta diventa un piccolo nodo. A volte stiamo minuti, a volte mesi, a volte anni davanti ad un bivio...poi scegliamo di sconfiggere le nostre paure e decidere. Sono quegli anni i momenti peggiori perchè, fatta la scelta di capire...dopo la quiete è assicurata... ci si trova improvvisamente su un percorso dritto e chiaro e non resta che procedere lineari e retti fino al prossimo bivio. Con il tempo il lasso fra l'incontro del bivio e la decisione diventa sempre minore...si riduce perchè l'esperienza ci ha insegnato che affrontare le cose in fretta porta più rapidamente ad una nuova quiete.
Da qualche parte lungo il percorso troveremo Minosse...e allora starà a noi scegliere se sia un nemico o, come Borges disse, un semplice essere sperduto nel suo labirinto tanto quanto lo siamo noi.
Davanti ora ho solamente una retta, chissà cosa ci sarà oltre questi primi metri che vedo...mi incammino.

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