martedì 15 ottobre 2013

Assemblea industriale parte seconda


Proseguo il mio punto di vista sulla serata di ieri, il post precedente fornisce i dettagli iniziali.

Dopo gli industriali e la ricercatrice è l'ora dei politici:

Matteo Renzi prende possesso del palco e resta in piedi, centrale. Sfoggia un orologio viola di quelli "da tutti". Riprende l'ultima frase di Ilaria Capua: "Ilaria dice che bisogna far girare i cervelli ma quando si esce da queste conferenza girano altre cose perchè si manca di concretezza." l'incipit è potente ed incisivo, a mio avviso non il miglior aggancio che potesse fare visto che sembra svilente e non tenere conto dei suggerimenti appena ricevuti. La frase serve per introdurre il concetto che non basta cambiare le piccole cose ma siamo in una situazione in cui se si vuole cambiare bisogna fare un cambio radicale ma soprattutto "chi vince, vince" mentre da noi nessuno vince mai. "chi vince si assuma le sue responsabilità e se sbaglia paga ma a vincere deve essere uno solo." Anche Renzi si lamenta dei tempi lunghi di risposta del "ping-pong fra camera e Senato". Afferma che abbiamo bisogno di risposte concrete e che deve cambiare tutta l'Italia, sottolinea nuovamente il cambiamento radicale e afferma che "negli ultimi 20 anni l'unica novità introdotta sono i talk show cioè i politici che parlano delle riforme che non hanno fatto". Prosegue con la considerazione che l'analisi dei problemi non serve più poichè li sappiamo già mentre ora bisogna fare. Porta un caso personale avvenuto a Firenze per rafforzare il concetto che "ci vuole il coraggio di metterci la faccia". Identifica poi i problemi che causano la mancanza di investimenti esteri (validi anche per gli imprenditori italiani): tasse, giustizia civile, costo dell'energia e mancanza di buon esempio dei leader politici. Cita l'esempio delle carceri italiane e di come il fatto di aprirle ogni 7 anni dia incertezza ai giovani. Bisogna essere i primi a dare il buon esempio. Dice poi che lui crede nella politica, e anche tutti noi, "magari non credete nei politici ma nella politica sì". Aggiunge "se non ti alzi la mattina con la fame addosso e la voglia di guardare al futuro con ottimismo non vai da nessuna parte". "C'è la possibilità di portare l'Italia nel posto dove deve stare" (su questa frase mi fermo. Forte del mio nuovissimo diploma in pnl noto che questa frase è un capolavoro, non dice assolutamente niente ma ottiene l'effetto immediato di infervorare il pubblico. E' talmente generale che ognuno la colma con le sue idee e quindi l'acclama. Ma accorgetevi vi prego che è un frase che non dice assolutamente nulla, sortisce solo una marea di applausi.)
Ritorna poi sulla burocrazia da un altro fronte "se vogliamo fare le cose bene in Italia, diamoci dei tempi certi" e cita l'esempio delle 11 caserme dismesse a Firenze che potrebbero essere vendute e rivalutate ma sono invece bloccate dalla lunga serie di documenti burocratici da compilare prima di poterle usare. Bisogna riqualificare invece di costruire nuovo e bisogna avere una risposta in 60 giorni che sia un si od un no. Piccole cose ma che si possono fare.

Posso dire che effettivamente è uno dei pochi, se non l'unico, della sinistra che riesce a coinvolgere e tenere attaccato il pubblico. Argomenti esposti con enfasi, gestione delle mani, confidenza con l'intervistatore (con il quale stabilisce più volte un contatto come se stesse parlando ad un amico), orologio che lo rende "uno di noi". Le citazioni del suo operato sono ben esposte e i punti da promuovere assumono una parvenza di chiarezza ad un orecchio poco attento. Io ho notato, cosa che si ripeterà con Tosi, che è come se lui non fosse un politico ma stesse "subendo" decisioni di altri. Questo rimarcare che anche loro subiscono burocrazie e limiti di cui soffrono e auspicano come noi in un cambiamento mi risulta stonato. Ma non dovrebbero essere loro quelli che hanno in mano il cambiamento? Non dovrebbero dire per esempio qualcosa come "si può cambiare e io lotto ogni giorno per farlo?" Senza offesa ma i sindaci non sono politici? Ho sempre pensato che rientrassero nella categoria. Questo "prendere le distanze" mi sembra molto simile al non prendersi le responsabilità di cui parlano. E sinceramente se non se le prendono loro che dirigono città devo prendermele io? L'esempio che stanno innalzando come bandiera dove finisce? L'effetto finale manca di concretezza, promuove l'ottimismo ma senza fornire piani d'azione finisce per sortire l'effetto contrario. Oltretutto dire che guarda al futuro con ottimismo mentre rivolge lo sguardo verso i piedi non mi pare grande indice di coerenza, ma, devo essere sincera, non gli ho guardato le scarpe, magari erano stupendamente tecnologiche e ispiranti.

Giù Renzi, avanti Flavio Tosi. Questo si siede. Persino l'intervistatore gli chiede se è sicuro di stare seduto (magari era un suggerimento) ma Tosi afferma con convinzione che sta seduto perchè ha "due tre appunti" che gli servono per dare dati in merito agli argomenti di cui si parla. Alla prima domanda non risponde ma esordisce con un "volevo prima fare qualche precisazione sulle affermazioni precedentemente fatte dall'Ing.Pedrollo sul caso di un ampliamento di capannoni aziendali tenuto fermo per un anno" e prosegue con la precisa descrizione di cosa era accaduto, e la lettura di documenti con tecnicismi vari per dimostrare che in realtà  è bravo e si assume le responsabilità. Basta questo resconto per capire che il pubblico ha già perso interesse. Questa volta il leader di destra non riesce a tenere il pubblico e commette degli errori uno dietro l'altro che lo portano a perdere l'attenzione nell'arco di pochi minuti. Suggerimenti per il futuro: si sa che voi ricevete le domande prima dell'intervista ma "fare finta" che non sia così è comunque una buona strategia, arrivare con i documenti, stampati su carta e incambrettati lascia la sensazione che avesse già la coda di paglia a casa. Uno che si prepara i documenti di discolpa vuol dire che sa già che verrà incolpato. Per la prossima volta suggerico almeno un i-pad per far credere di esserseli appena fatti mandare via mail dai collaboratori. Sarebbe stato meglio nonchè sintomo di modernizzazione, insomma ad un'assemblea che si intitola "Oltre" arrivare con il cartaceo un pochino stona (senza fare paragoni con l'orologio super alla moda di Renzi).
Non pago dei dati tecnici di discolpa anche lui cavalca il discorso della pesante burocrazia ma anche in questo, modo da vittima (come Renzi d'altronde) e legge parola per parola un documento da lui ricevuto che bloccava delle sue iniziative per questioni burocratiche. Si parla di un palco da lui promosso e che gli era stato bocciato per "luminosità eccessiva nei confronti dei chiaroscuri degli edifici storici di Verona". Letta così la frase suscita chiaramente l'ilarità del pubblico ma a mio avviso non dice niente, non saprei dire se è stato un eccesso di burocrazia o se, per portare Ligabue a Verona, magari davvero si volevano eccessi esagerati. Oltretutto ricordo un tal decreto che definisce "accattonaggio" mangiare un panino sui gradoni della Gran Guardia, se vogliamo parlare di definizioni assurde mettiamole tutte.
Tosi prosegue con la definizione che la politica deve "stabilire le regole ma non entrare a piè pari nell'economia". Afferma che bisognerebbe fare delle riforme, tutte già dette dagli altri prima, ma per farle bisogna prima cambiare la costituzione. Cita perfettamente il primo articolo
"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione." e identifica in questa ultima parte il principio di tutti i problemi, "nei limiti della Costituzione", in particolare la costituzione stabilisce che una riforma può essere portata in corte costituzionale e qui può non passare. Per cambiare la costituzione di vuole un anno ma a suo avviso bisogna iniziare subito perchè senza corte costituzionale le decisioni sarebbero più rapide. Passa poi a fare un'auto analisi. La prima repubblica era quella nobile che ha costruito. Negli ultimi 20 anni invece la seconda repubblica non ha fatto nulla di importante in questo paese. (e qui è d'accordo con Renzi ma, ricordo male io o loro non sono i "novellini del partito", l'intervista è iniziata con la dichiarazione che Tosi è in politica da 23 anni. 23-20 vuol dire che lui è entrato in politica 3 anni prima di questo buco di cose fatte e, se non ricordo male, la sua parte ha vinto anche). Probabilmente queste obiezioni le sapeva anche lui perchè continua dicendo che hanno fatto due errori. La lega ha mancato nelle riforme di federalismo e quando ha visto che le cose non andavano bene è rimasta al governo invece di ritirarsi come avrebbe dovuto fare invece di insistere. Il secondo errore è che in italia "si ragiona per contrapposizioni, o sei con o sei contro". Quello che fa l'altro non viene visto bene a priori. Mentre invece bisogna agire per il bene dello stato che è unico (forse che dopo anni ci sono arrivati davvero anche i politici a dire quello che noi cittadini diciamo da sempre?).
Ci vuole concretezza di dire quale è il problema del debito pubblico...(e qui la frase resta in sospeso e non sapremo mai quale è il problema perchè poi passa alle soluzioni. La questione delle frasi senza conclusione si ripropone altre volte e diventa difficile strutturare una linea del suo discorso. Oltretutto queste sospensioni sono dannose all'ascolto e al concetto). Passa quindi alle soluzioni: dismissione delgi immobili pubblici, vendere le riserve auree, abbassare la spesa pubblica (e qui parte una sfilza di dati sulle efficenze comunali), tagli ai comuni che devono essere trattati come i privati con la cassa integrazione... "la spesa per gli stipendi pubblici improduttivi è insostenibile".  Pensioni pubbliche improponibili, del valore di 90000 euro al mese ( e qui cita i costi della corte costituzionale).  Propone anche come soluzione il modello della bad bank spagnola assolutamente da emulare (confesso ignoranza in materia). "Crescita vuol dire ridurre il cuneo fiscale, dare incentivi veri duraturi e consistenti e per fare questo devo liberare le risorse. Per fare la crescita lo stato deve costare meno sulle imprese e per rifare i costi bisogna ridurre il debito e la spesa pubblica.
Tosi ha concluso.

Io penso che devo informarmi meglio sulla corte costituzionale che sembra essere la fonte unica dei nostri problemi, chi la vuole ridurre (e questo probabilmente non è male visto che dicono che da noi consta di 15 persone mentre in america di 9) e chi la vuole completamente abolire per fare riforme più veloci e perchè costa tantissimo. La vogliono talmente tanto tutti cancellare che a me comincia a stare simpatica di tutto cuore e inizio a volerla davvero. Ma se era stata pensata non è che, in fondo, un ruolo ce l'aveva per supervisionare che non venissero fatte riforme così per il bene di un singolo. Forse il problema è che adesso è formata da gente che non ragiona per il bene dello stato e quindi non fa passare le riforme che prevedono che la loro pensione non sia di 90000 euro al mese. Ma se fossero persone oneste che lavorano per il bene dello stato (come si auspicherebbe dovesse essere) sarebbero i primi a far passare quella legge. Il problema non è l'esistenza in sè della corte costituzionale a mio avviso, il problema è chi c'è lì adesso.
Riguardo ai 90000 euro al mese di pensione oggi è nata una considerazione alla macchinetta del caffè con i colleghi. Sinceramente mi è impossibile immaginare come spendere 90000 euro al mese (anche riducendoglieli a 30000 euro che sarebbe già buono mi chiedo come si faccia a finirli) oltretutto considerando che è la pensione quindi si presuppone che abbiano già messo via qualche scorta e siano almeno oltre i 60. I miei colleghi invece mi hanno fatta ragionare con questa affermazione "per te è impossibile spenderli, ma loro sono abituati così. Tu quando vai al ristorante prima d'entrare guardi i costi, o se devi prendere una maglia ne prendi una e non quattro, loro no. Uno che è abituato a spendere 90000 euro al mese è incapace di spenderne di meno". Bene questa semplice affermazione mi ha illuminata. Effettivamente non mi ero messa nei loro panni. Non cambio però l'idea che al massimo io darei 15000 euro al mese e proprio per premiarli della somma responsabilità civica che hanno e devono dimostrare. (e a 15000 arrivo con molti sforzi mentali pure).

Riguardo a Tosi alla fine non siamo andati troppo distanti dalle affermazioni di Renzi, mi pare che più o meno sempre lì giriamo. Versace addirittura invece di togliere gli impiegati statali toglie proprio province e regioni e lascia solo europa-stato-comuni. Sempre sugli stessi argomenti giriamo. E rinnovo la sensazione che in qualche modo stiano indicando "qualche altro colpevole" che pure loro si trovano tristemente a subire. Percepire come "vittime" del sistema quelle persone che in teoria sono davanti alle porte per entrare nel salone delle manovelle e provare a cambiare mi lascia perplessa. Mi sforzo di ritornare a considerare anche il fatto che non sono i primi due nomi che vengono fuori dalla ruota del bingo ma Matteo Renzi e Flavio Tosi sono presenti sulle scene da un po'. Qualcuno prima o poi mi dirà chi ha il potere di fare questo cambiamento radicale e totale che tutti professano. Io, sentendo loro ho trovato due opzioni: il Mago di Oz o Mosè (che se poi Mosè magari apre anche le acque del mediterraneo non abbiamo più naufraghi e morti). L'ironia dopo tre ore di persone che si rimbalzano la palla ci sta tutta. Sono 1500 persone che sono venute qui per sentire parlare di andare Oltre e per capire se c'è qualcosa che si può fare tutti insieme  ora e anche nel proprio piccolo. Dopo che tutti gli ospiti hanno in forme diverse ripetuto la frase "i problemi li conosciamo ora vogliamo le soluzioni" le  persone presenti se ne usciranno di qui con la rincuorante convinzione che chi ha il potere ha le stesse domande di chi non ce l'ha. E io penso che in un paese pieno di domande, il primo che ha una vaga risposta, magari nemmeno tanto buona, anzi magari assolutamente delittuosa, viene comunque accolto come un santo, e questo mi spaventa più che se mi avessero dato una marea di soluzioni diverse.

Conclude l'incontro anche se oramai con davanti solo i pochi affezionatissimi il presidente di Confindustria Squinzi. Riporto brevemente perchè dopo tutto questo fiume di parole mi vergogno persino io a ripeterle. L'Italia è il 4 paese al mondo per debito e da 15 anni non cresce. Abbiamo distrutto il 15% delle nostre capacità produttive. Abbiamo bisogno di ricreare occupazione e il progetto promosso da confindustria lo faceva ma chissà se verrà approvato. Non dimentichiamo che soltanto noi abbiamo la capacità di creare lavoro (e qui qualcuno che sembra dire che qualcosa si può fare, un barlume). Bisogno di interventi sul cuneo fiscale e sull'irap. Siamo il secondo paese al mondo per cuneo fiscale, Bisognamo di 10miliardi almeno di intervento, ma di un intervento serio. Abbiamo sostenuto il governo perchè ha assicurato stabilità. Ma la stabilità deve tradursi nella capacità di prendere provvedimenti per far ripartire. L'intervistatore cita il Wall street Journal che dichiara il problema legato ad un mancanca di competitività e Squinzi sconferma. "Credo che il nostro sistema manifatturiero sia competitivo a livello mondiale ma manca il consumo interno. Abbiamo perso la fiducia come italiani e gli italiani non investono più. E' sempre difficile passare dalle parole dei politici di prima e poi a fare". Siamo passati da un paese agricolo ad una potenza economica "Dico dateci un paese normale e noi imprenditori italiani siamo capaci di farvi vedere che facciamo. Noi e i nostri collaboratori".
Conclude con un rafforzamento della sua fiducia nel sistema associativo e nei valori condivisi.
Ultima frase "l'Italia è piena di eccellenze e confindustria ne è la prova".

Un barlume di orgoglio all'ultimo anche se davvero debole e quasi estorto ma soprattutto divulgato quando oramai già metà sala stava degustando i cubetti di mortatella in ingresso.

 La frase che ho visto più riportata di Oltre2013 è l'affermazione iniziale di Giulio Pedrollo che annuncia un tasso di crescita nel 2014 dello 0,7% e correda "poco per l'economia, eppure si muove".
E teniamoci questo "eppur si muove" come barlume di speranza.
Per me stessa tengo le parole della Capua che dovrebbero servire a tutti, credere in se stessi sempre e di potercela fare, di potere essere il cambiamento, lottare con le unghie e rialzarsi dagli schiaffi. Tengo anche la frase di Renzi sullo svegliarsi la mattina e guardare con ottimismo al futuro.

 3 ore e 3 frasi brevi, che comunque già mi dicevo. Il riassunto della riunione è qui FRASI CHE GIA' MI DICEVO. Peccato nessuno abbia sviluppato il bellissimo tema proposto "OLTRE".
Se fossimo ancora alle superiori e dovessi dare un giudizio al tema di ogni singolo ospite credo che per tutti il mio commento si riassumerebbe in
"Inizio interessante e spunti che denotano un approfondimento del problema e una analisi critica. Lo sviluppo manca di originalità e il candidato si perde nei meandri della disquisizione uscendo drasticamente dal tema indicato. Non classificabile."

Ora vado Oltre



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