martedì 8 febbraio 2011

Il dolce piacere di non esistere


Dicono che se non sei su facebook non esisti.
Ieri ho cancellato completamente il mio account...
ed è un dolce piacere.
Il non esistere...mi ricorda quando abitavo a Milano.
Una cosa che mi piaceva di quella metropoli e delle metropoli in genere è proprio questa possibilità di passare indisturbato, non notato.
Cammini per strada, incroci persone e non sai chi sono e non sanno chi sei.
Niente condivisione di dati, niente parole a caso.
Per intuire i loro sentimenti ti basta guardarli in faccia, il volto corrucciato o aperto ad un dolce sorriso. Il passo veloce o calmo e posato. Il vestito sdrucito, il cappotto stirato, la sciarpa a penzoloni...andavo per le strade e mi guardavo attorno e sentivo la vita senza sentirmi in pericolo, senza sentirmi urtata se coglievo uno sguardo che si posava su di me per "conoscenza".
Era diverso, era immaginarsi le vite degli altri e lasciarle...era sognare, era scrivere, era creare...
Poi con i nuovi siti siamo entrati a sapere tutto di tutti a leggere frasi lasciate ogni minuto...a immaginare le vite dietro ma in modo diverso, meno romantico...a sapere che chi guarda la nostra pagina non sa la verità, si farà un film ma un film condizionato, una creatività limitata e sterile, non produttiva e costruttiva.
Il motivo vero dell'abbandono...sono troppo fragile e sensibile e...voglio vivere nel mio mondo.
Forse così facendo non mi rendo conto di dove "stanno andando gli altri" ma non so se è nemmeno così vero...
Dicono che la positività attiri positività e viceversa per il negativo...
Sono stufa di leggere rancori, lamentele, superficialità, di vedere frasi gentili scambiate fra persone che so benissimo odiarsi tutto per la fruizione di un mondo "virtuale"
Quando ho detto alle persone più vicine che avevo fatto il "facebook suicide" molti mi hanno detto "ci stavo pensando anche io"...mi viene da sorridere. Dopo aggiungono..."in realtà lo tengo ma vedo di controllarmi". Un altro sorriso.
E' bello...sapere che non esisto più. Andando al parcheggio della ditta in pausa pranzo pensavo...sono fuori...e improvvisamente mi sono sentita di nuovo su quel viale che costeggia la stazione dei treni di Cadorna, in quel tardo pomeriggio invernale, fra il traffico, i lampioni e la fretta, con gli auricolari e l'odore frizzante dell'aria invernale.
Mi sono sentita pura nel mio anonimato...

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