>>Cosa fai ancora sveglia nel buio al lampione di un soggiorno vuoto?
>>Sorseggio blu anice perdendomi nei confini di un mondo solo mio. Sento un soffio sottile incresparmi la pelle in localizzati punti, come fosse il tocco gentile di qualcuno che è stato. Rivivo tuniche porpora slavato, turbanti bianco sporco persi fra l'uniforme folla, rugosa pelle oliva scivolare elegante all'orizzonte. Risento il tocco pesantemente leggiadro di una mano che ora, mi sembra, abbia dirottato il mio destino. Forse ri-rottato. Sento una fitta al cuore, vecchia in realtà, ma ora diversa. Le sinapsi creano nuovi legami che retrocedono nel tempo ritarando parametri dimensionanti di me. Scorro nella testa lapidarie frasi che mutano il soffio del vento in un ricordo morto, mai abbandonato. Rivedo volti celati dietro facciate costruite sulle pietre di altri mondi dove ho avuto il privilegio di sbirciare. Sento la pelle rilassarsi circondata da questo. Il caldo avanza, espande, permea ogni substrato di me.
In questa stanza, in questo momento c'è tutta la mia vita appiccicata su fili di spago come provini fotografici a svilupparsi e le immagini, non ancora definite, sono passibili di mentale modifica. Non ancora del tutto impressionati posso ancora plasmarli a mio piacere se li osservo attentamente, inconsciamente già convinta della scena che apparirà...
...oppure posso alzarmi, accendere la luce...e bruciare tutti i provini. Nessun passato, nessun futuro...
solo
blu anice.
lunedì 10 giugno 2013
mercoledì 22 maggio 2013
Quell'insensato desiderio di casa
In questi giorni sento per me casa delle persone, le sensazioni che mi pervadono stando con loro. Quel senso di rilassatezza e di quiete dato dal sentirsi se stessi in loro compagnia. Quell'impressione calda che sei nel giusto o meglio che non esiste il giusto ma esisti tu nel tuo imperfetto essere che per loro però è bello così.
Le carte della vita sono buttate secondo un piano a noi ignoto e ti trovi a sentirti così con chi fisicamente ti è distante o temporalmente si destreggia con orari impossibili per cui spesso è possibile sentirsi solo grazie al fatto che vivamo nell'era della comunicazione. A volte non ci si sente nemmeno ma ci si percepisce.
Ci sono risate ancorate in noi che ci pervadono e fanno sentire forti perchè non soli.
Le carte della vita sono buttate secondo un piano a noi ignoto e ti trovi a sentirti così con chi fisicamente ti è distante o temporalmente si destreggia con orari impossibili per cui spesso è possibile sentirsi solo grazie al fatto che vivamo nell'era della comunicazione. A volte non ci si sente nemmeno ma ci si percepisce.
Ci sono risate ancorate in noi che ci pervadono e fanno sentire forti perchè non soli.
venerdì 17 maggio 2013
Bambina sperduta
>>Vai al posto mio?
>>Ma figurati mi è appena iniziato il ciclo e sono ko, poi senza preavviso...perchè ti ha colpito quella frase?
>>Eh non so spiegarti ma mi ha fatta sentire come se avessi fatto i compiti male, una bambina sperduta e fuori posto
>>Ma figurati mi è appena iniziato il ciclo e sono ko, poi senza preavviso...perchè ti ha colpito quella frase?
>>Eh non so spiegarti ma mi ha fatta sentire come se avessi fatto i compiti male, una bambina sperduta e fuori posto
lunedì 29 aprile 2013
Casa "da studente"
R: Come ti vedi fra dieci anni?
D:...
R: forse è troppo, fra cinque? Puoi dire qualsiasi cosa, anche su una spiaggia tropicale..
D: stavo appunto per dire "in giro"...
la domanda mi ha fatto pensare a casa mia. A volte penso che una persona che entra da me non capisce chi sono, non evince i libri che leggo, la musica che ascolto. E' spoglia, un tutto precario. Dai miei, da loro, ho ancora libri, fogli e carte...ci ragionavo e ho pensato che mi piace così. Mi piace l'idea di poter partire domani senza avere nulla, una casa che non faticherei ad abbandonare, che non sia un punto così fisso da impedirmi di girarmi e sparire.
R: il mondo si divide in nomadi e sendentari. Nomadi si sentono bene con nomadi...tu sei nomade...e sei qui, se tu non lo fossi noi non ci saremmo nemmeno "annusati". Cosa credi che sia più difficile per te: partire o restare?
D: partire, ho l'impressione che non ne avrei mai il coraggio...
R: ne sei sicura?
D:...
R: se domani ti offrissero un lavoro all'estero dicendo che devi essere là entro un mese andresti?
D: si...
R: un nomade fatica a mettere radici non a partire. Ma puoi anche arredare casa tua, riempirla di libri e cose che facciano vedere cosa sai...alla peggio chiamerai una ditta di traslochi.
D:...
R: forse è troppo, fra cinque? Puoi dire qualsiasi cosa, anche su una spiaggia tropicale..
D: stavo appunto per dire "in giro"...
la domanda mi ha fatto pensare a casa mia. A volte penso che una persona che entra da me non capisce chi sono, non evince i libri che leggo, la musica che ascolto. E' spoglia, un tutto precario. Dai miei, da loro, ho ancora libri, fogli e carte...ci ragionavo e ho pensato che mi piace così. Mi piace l'idea di poter partire domani senza avere nulla, una casa che non faticherei ad abbandonare, che non sia un punto così fisso da impedirmi di girarmi e sparire.
R: il mondo si divide in nomadi e sendentari. Nomadi si sentono bene con nomadi...tu sei nomade...e sei qui, se tu non lo fossi noi non ci saremmo nemmeno "annusati". Cosa credi che sia più difficile per te: partire o restare?
D: partire, ho l'impressione che non ne avrei mai il coraggio...
R: ne sei sicura?
D:...
R: se domani ti offrissero un lavoro all'estero dicendo che devi essere là entro un mese andresti?
D: si...
R: un nomade fatica a mettere radici non a partire. Ma puoi anche arredare casa tua, riempirla di libri e cose che facciano vedere cosa sai...alla peggio chiamerai una ditta di traslochi.
mercoledì 24 aprile 2013
Setting
La manopole vengono settate su ritmi e rumori che a volte conosci, altre meno.
Alcune riesci a modularle. Altre provi con tenacia e accanimento. Sembrano incastrate in ingranaggi posteriori ignoti che pian piano studi per riuscire a smuoverle di quel qualche grado...
chissà se esiste il settaggio perfetto.
Alcune riesci a modularle. Altre provi con tenacia e accanimento. Sembrano incastrate in ingranaggi posteriori ignoti che pian piano studi per riuscire a smuoverle di quel qualche grado...
chissà se esiste il settaggio perfetto.
mercoledì 9 gennaio 2013
Danil Trifonov
Oggetto: Danil Trifonov in concerto
La sala buia
mani saettano su bianco nero
riflesso lucido
vibrazioni ascendono la spina dorsale
lacrime tracciano il profilo.
Credo di essermi sciolta al primo degli studi di Chopin. Un concerto meraviglioso, un pianista che si merita indubbiamente tutti i riconoscimenti che ha ricevuto e che è una persona generosa con il suo pubblico, i 5 bis che ci ha regalato hanno concluso una serata che era già di per sè spettacolare.
Spero di avere l'occasione di sentirlo di nuovo presto...di sicuro lo seguirò nella sua carriera.
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