Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
(Eugenio Montale)
Cosa sappiamo di noi viaggiatore? Pensiamo di costruire quello che siamo creandoci delle idee di quello che vorremmo essere ma non ci accorgiamo che a formare quello che siamo oggi è quello che non siamo, quello che non vogliamo. Più di quello che abbiamo scelto d'essere conta quello che abbiamo scelto di non essere. Più di quello che vogliamo conta quello che davvero non accetteremmo mai. Ci se ne può accorgere subito? Probabilmente no. Crediamo ingenuamente di essere e di decidere noi ma non è così. Il passato sceglie per noi, inutile negarlo. Inutile nasconderlo. Le esperienze che ci hanno formato diventano le basi delle nostre scelte future. Possiamo ingenuamente cercare di modificare questo comportamento. Ma il nostro corpo e la nostra mente agiscono autonomamente spinti da un istinto di autoconservazione.