Lionel:
"Dimentica il resto e dillo solo a me"
Ieri sera ho visto "Il discorso del re", un film che lascia il segno nella sua ironia e dolcezza...mi riprometto di guardarlo in lingua originale poichè dicono sia ancora più coinvolgente.
Prendo spunto da questa storia vera per parlare del senso che ti lascia e che per me è rappresentato nella frase riportata...
"Dimentica il resto e dillo solo a me"
Ognuno di noi ha una voce unica ed inimitabile, una voce che viene dall'interno che racconta, che ti racconta, nelle tue gioie e nelle tue sofferenze, nei momenti felici e in quelli bui...nelle ferite che colpiscono e che arrivano così in profondo da non farti più parlare. A volte i fatti si metabolizzano in disturbi, non solo del parlato ma di ogni tipo.
La guarigione è avere qualcuno che ti ascolti, non un ascolto semplice, un ascolto attivo, empatico, delicato...
Mi torna in mente anche "Momo" di Ende, questa bambina che aveva lo straordinario dono di ascoltare con attenzione e tutti stavano bene in sua compagnia perchè sebbene lei non dicesse nulla era più importante di ogni "consigliere".
E arrivi ad un livello di condivisione, ti senti finalmente di poter aprire il cuore, parlare, agire superare te stesso perchè ti senti al sicuro, senti la presenza dell'altro e il suo stare zitto o inserire semplici frasi che non sono nè di compianto, nè di rammarico, nè di falso dispiacere...
e diventa uno strumento potente...
senti di poter rinascere nel parlare... e, facendo finta di "dirlo solo a te" riesco a dirlo a me stessa e al mondo.
Quei legami a due a due che diventano rispetto ammirazione stima....amicizia.
Prendo spunto da questa storia vera per parlare del senso che ti lascia e che per me è rappresentato nella frase riportata...
"Dimentica il resto e dillo solo a me"
Ognuno di noi ha una voce unica ed inimitabile, una voce che viene dall'interno che racconta, che ti racconta, nelle tue gioie e nelle tue sofferenze, nei momenti felici e in quelli bui...nelle ferite che colpiscono e che arrivano così in profondo da non farti più parlare. A volte i fatti si metabolizzano in disturbi, non solo del parlato ma di ogni tipo.
La guarigione è avere qualcuno che ti ascolti, non un ascolto semplice, un ascolto attivo, empatico, delicato...
Mi torna in mente anche "Momo" di Ende, questa bambina che aveva lo straordinario dono di ascoltare con attenzione e tutti stavano bene in sua compagnia perchè sebbene lei non dicesse nulla era più importante di ogni "consigliere".
E arrivi ad un livello di condivisione, ti senti finalmente di poter aprire il cuore, parlare, agire superare te stesso perchè ti senti al sicuro, senti la presenza dell'altro e il suo stare zitto o inserire semplici frasi che non sono nè di compianto, nè di rammarico, nè di falso dispiacere...
e diventa uno strumento potente...
senti di poter rinascere nel parlare... e, facendo finta di "dirlo solo a te" riesco a dirlo a me stessa e al mondo.
Quei legami a due a due che diventano rispetto ammirazione stima....amicizia.
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