Viaggiatore…ieri sera mi è stata posta da 4 persone una domanda che riassume in sè una delle più grandi curiosità…Cosa cerca una donna in un uomo?...questa domanda mi fa sempre sorridere perché nasconde in sé un desiderio di capire ma non fine a se stesso, si cercano delle risposte per giustificare, per dare un senso a quello che ci accade, per chiarirsi e forse mettersi un po’ in pace con se stessi e con quello che si fa…L’inghippo cade nella generalità della domanda, che cerca di rendersi universale mentre universale non lo sarà mai…La domanda corretta sarebbe: Cosa cerchi tu in un uomo, oggi?...Ogni persona cerca qualcosa di diverso in base alle proprie esperienze e nel tempo, cambiando, cambia la sua opinione…quello che vi dirò adesso potrebbe non essere più valido fra tre mesi, forse nemmeno fra uno…Cercare di parametrizzare un’aspetto così labile come può essere l’interesse fra due persone non porta a nulla…ci sono solo le sensazioni…cosa cerco…cosa cerco…
Qualcuno che quando parla con me, parla con me…non mi guarda alle spalle alla ricerca di qualcun altro
Qualcuno che ti cerca anche solo per farti un saluto…
Qualcuno che sappia parlare senza le remore delle convenzioni…
Qualcuno che conosca il valore dei silenzi e li sappia accettare e valorizzare…
Qualcuno che sia in grado di capire quando è il caso di lasciar cadere un argomento…
Qualcuno che capisca cosa ti ferisce senza chiedertelo…
Qualcuno che ti guardi dritto negli occhi e non abbia paura di sostenere uno sguardo…
Qualcuno disposto a partire con te senza timore…
Qualcuno di cui puoi sentire la presenza anche in una stanza colma di gente…
Qulacuno di cui puoi percepire lo sguardo sulla pelle…
Qualcuno che si “armonizzi” a te come se fosse la cosa più naturale del mondo stare l’uno in compagnia dell’altro…
Qualcuno con un suo personale equilibrio, che si conosce e ha passato abbastanza tempo da solo da potersi descrivere senza remore e che ora abbia la voglia di unire se stesso a me per crescere insieme…
Qualcuno i cui difetti siano tali da risultare essenziali perchè ne fanno la persona che è…
Qualcuno che ti dona un sorriso senza ricevere nulla in cambio…
Qualcuno con cui potersi addormentare serena, sentendone il profumo nella stanza e ascoltandone il respiro regolare al tuo fianco…
Qualcuno da guardare la mattina appena sveglia…
Qualcuno…
Qualcuno…
Si potrebbe continuare all’infinito a descrivere le sensazioni e i sentimenti che vogliamo ci vengano suscitati ma non è questo il punto…
Non ci sono liste da soddisfare né punti da seguire…tutto quello che ho scritto potrebbe essere cancellato subito da qualcuno di completamente diverso…perché? Perché così è la vita, dolcemente e dolorosamente imprevedibile…Ci sono persone che si riconoscono subito, altre che ci mettono mesi, altre che ci mettono anche anni prima di accorgersi di essere intrinsecamente legate…E’ tutta una questione di tempi…I fattori in gioco sono talmente vasti che è inutile cercare di definirli…
…
Ed ora, Viaggiatore,…sono sempre stata titubante nel condividere una delle mie poesie d’amore preferite…perché secondo me le poesie d’amore che leggiamo non si condividono con nessuno…è talmente viscerale questo sentimento che lo rende poco portato alla condivisione…La lancio così allora nell’etere a chi leggerà…Questa poesia mi piace, forse perché è stata scritta da una donna…perché potrebbe rispondere alla domanda postami, perché è “carnale” ad un primo impatto ma se la leggi bene in realtà copre una gamma infinita di sensazioni e sotto si possono leggere una miriade di storie che ci comprendono e ci trascinano…
“ Vieni, entra e coglimi, saggiami provami…
comprimimi discioglimi tormentami…
infiammami programmami rinnovami.
Accelera…rallenta…disorientami.
Cuocimi bollimi addentami…covami.
Poi fondimi e confondimi…spaventami…
Nuocimi, perdimi e trovami, giovami.
Scovami…ardimi bruciami arroventami.
Stringimi e allentami, calami e aumentami.
Domami, sgominami poi sgomentami…
Dissociami divorami…comprovami.
Legami annegami e infine annientami.
Addormentami e ancora entra…riprovami.
Incoronami. Eternami. Inargentami.”
(Patrizia Valduga 1953)
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