"Sono molte le atrocità nel mondo e moltissimi i pericoli: Ma di una cosa sono certo:il male peggiore è L'INDIFFERENZA. Il contrario dell'amore non è l'odio, ma l'indifferenza; il contrario della vita non è la morte, ma l'indifferenza; ilcontrario dell'intelligenza non è la stupidità, ma l'indifferenza. E' contro di essa che bisogna combattere con tutte le proprie forze. E per farlo un'arma esiste: l'educazione. Bisogna praticarla, diffonderla, condividerla, esercitarla sempre e dovunque. Non arrendersi mai".
Elie Wiesel, premio nobel per la pace-1986
Ultimamente la vita mi lancia sul piatto connessioni mentali, alcune diventano progetti per la nuova vita che mi sta accadendo, altri spunti di riflessione per post di un blog più "ufficiale". Questo è uno di quelli ma visti i fatti appena accaduti preferisco condividerlo subito.
Mentre le notizie erano piene dei cadaveri naufragati mi è capitato fra le mani il discorso sull'indifferenza di Elie Wiesel. Su alcune sue considerazioni nel discorso non sono pienamente d'accordo ma sulla necessità di educare e di formare si. La storia ha già avuto fatti che si ripetono solo che noi non li conosciamo e quando ci si ripresentano non li riconosciamo. Semplicemente dimentichiamo. Anni fa mi ricordo la gioia milanese di uno sciopero dei mezzi boicottato da un certo partito e, mentre la gente pensava alla sua vita che era "scampata" al disagio io rivedevo mentalmente il libro di storia dove veniva indicato che la prima volta un fatto del genere era accaduto nel secondo decennio del '900 ad opera di personaggi in seguito divenuti famosi storicamente. A chi mi capitava a tiro e mi diceva "niente sciopero" rispondevo "peccato, perchè è uno dei diritti inviolabili dell'uomo e il fatto che venga boicotatto dovrebbe allarmare non sollevare".
Oggi leggo la storia della St.Louis, la nave dei dannati, che non conoscevo. Guardo la foto sopra, presa da archivio storico. Vedo lo sguardo di speranza di quelle due donne che sfuggono alle persecuzioni e arrivano in America sognando una nuova vita...e qualche mese dopo si ritrovano sullo stesso suolo da cui erano partite. Chissà come erano i loro volti quando la fine del loro viaggio le ha viste ritornare a pochi chilometri dal punto di partenza. E nonostante questo per molti di loro quei mesi di viaggio e quei pochi chilometri hanno fatto la differenza. Adesso, dopo anni, leggiamo questo fatto storico e magari ci indignamo. Ma dopo 80 anni ancora non abbiamo trovato soluzioni, forse perchè il problema ci sembra nuovo, invece no. E sono certa, che se cerchiamo bene, troviamo situazioni simili anche prima della St.Louis.
Leggo notizie varie, chi piange la strage, chi dichiara che su quelle navi erano tutti violenti e stupratori ed è un bene non siano arrivati, chi si lamenta dei terreni, dei soldi, delle loro stesse libertà violate. Io ascolto la notizia, penso che su un "campione" di 1000 persone trovo di tutto. Prendete il vostro quartiere, se li conoscete, sapete benissimo che ci sono "tutte le gradazioni di bontà". Metteteli tutti (tutto il vostro quartiere) su un barcone attraverso il mare e vediamo come arrivate di là ( il famoso film "the experiment" è un buon assaggio di cosa può accadere).
Io non so le soluzioni ma mi limito a constatare che, in diverse forme (ma nemmeno troppo), sono fatti già accaduti solo che noi lo abbiamo dimenticato. Mi piacerebbe che l'educazione insegnasse a ricordare, aiuterebbe a trovare soluzioni.
Per chi non conosce la storia della St.Louis miss Wiki è sempre utile http://it.wikipedia.org/wiki/MS_St._Louis
Buona educazione
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