"La narcosi del benessere economico, del miglioramento delle condizioni generali di vita, dell'automobile frigorifero lavatrice televisione università alloggio turismo per tutti - insomma, della civiltà del consumo - ha ipnotizzato così bene la massa della piccola borghesia da convincerla che il suo è il migliore dei mondi possibili e farle considerare assurda una qualsiasi protesta. Nella sua ipnosi la piccola borghesia non scorge l'abbassamento, l'involgarimento, la spersonalizzazione del nuovo livello medio.
Assorta com'è nell'adorazione sempre più fanatica del denaro, va dimenticando - sempre più spesso, ha dimenticato - gli immemoriali valori che danno senso alla vita umana (primo fra tutti la fantasia creativa) e che si realizzano con l'esplicazione delle singole personalità; e pare convergere pensieri e desideri, speranze ed ansie sul possesso di simboli (non da lei scelti, ma impostile dalla pubblicità) di una potenza economica in realtà fine a se stessa.
I simboli della potenza economica per il piccolo borghese sono, si sa, l'automobile, la lavatrice, il frigorifero, la televisione. Non è, si badi, che il piccolo borghese voglia l'automobile perchè è utile o la televisione perchè è divertente: li vuole soprattutto per poter dire che li possiede, che li ha anche lui "come tutti gli altri", che dunque è alla pari degli altri, cioè è ricco come gli altri, è potente come gli altri.
Quest'alterazione mostruosa, per la quale oggetti creati per la felicità fisica degli uomini, per ridurne la fatica ed i disagi, sono diventati fonte di ansietà e causa di melanconici complessi di inferiorità e superiorità, riesce tanto più squallida quando si pensi che la sicurezza economica di cui quegli oggetti sono ormai diventati simboli è in realtà effimera quanto può esserlo una sovrastruttura basata su un sistema inesorabile di rate e scadenze , impegni e doveri.Il piccolo borghese , che si sente tanto sicuro e potente perchè ha quell'automobile frigorifero lavatrice televisione alloggio come tutti, in realtà è solo indebitato fino al collo per pagare le varie rate con cui se li è procurati; ed appena finite quelle, le rate ricominciano, perchè automobile lavatrice frigorifero televisione alloggio saranno da cambiare. Allora va a vivere in provincia, dove la "vta" costa meno e le tentazioni di spese superflue diminuiscono: si alza alle sei di mattina per prendere il treno e andare al lavoro, ritorna la sera alle sette intontito da una giornata passata a fare un lavoro qualnque (al quale non partecipa se non in vista dello stipendio che gliene deriva), per riprendere forza beve un pò di alcool, mangia una polpetta di carne ai ferri a una tavola non apparecchiata (o addirittura su vassoi di stagnola riscaldati nel forno tenuti sulle ginocchia) e guarda la televisione; finchè va a letto estenuato, annoiato, immeschinito, smidollato, rintronato dalla martellante pubblicità televisiva verso nuovi sogni rateali, nuove schiavitù, nuove miserie camuffate. Ma convinto che il suo sia il migliore dei mondi possibile."
dall'introduzione di Fernanda Pivano a "Jukebox all'idrogeno" di Allen Ginsberg
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